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Villa Pamphili, passo indietro del Comune sul Vivibistrot: "Stop allo sgombero, poi un bando pubblico"

In Aula capitolina la richiesta a maggioranza. Sulla carta il punto ristoro dovrebbe chiudere il 3 gennaio

Il Campidoglio ci ripensa. Per il Vivibistrot niente sgombero fino alla pubblicazione di un nuovo bando pubblico. A chiedere alla sindaca di stoppare la chiusura dal 3 gennaio dell'unico punto di ristoro presente all'interno di Villa Pamphili, è l'Aula capitolina con una mozione passata a maggioranza. Un unico atto firmato sia dai Cinque Stelle che dalle opposizioni a sintesi di più mozioni che chiedevano lo stesso intervento.

Si legge nel testo: "L'assemblea impegna ad adottare ogni atto e iniziativa di indirizzo, affinché gli uffici competenti del dipartimento Patrimonio pongano in essere tutte le procedure necessarie alla pronta messa a bando dell'immobile in modo da consentirne la regolare gestione mediante affidamento in concessione". Ma, e il punto è dirimente, "nelle more della pubblicazione e dell'affidamento a nuovo gestore si scongiuri lo sgombero forzoso che comporterebbe l'interruzione dei servizi offerti ai fruitori del parco a un inesorabile degrado della struttura"

La denuncia di uno sgombero imminente era arrivata giorni fa dalle due titolari che gestiscono il punto ristoro. Tra 25 giorni il bar ristorante del parco più frequentato della Capitale, nel quadrante ovest della città, dovrebbe sulla carta lasciare i locali gestiti da ben 12 anni. A imporlo una notifica, firmata Roma Capitale, arrivata il 4 dicembre sulle scrivanie di Cristina Cattaneo e Daniela Gazzini, le due imprenditrici che hanno in mano lo spazio, di proprietà del dipartimento Patrimonio, dal 2008. 

"Legalmente il Comune ha ragione" hanno spiegato nella petizione che hanno lanciato su Change.org per scongiurare, almeno in via temporanea, la chiusura coatta dei locali. Nel 2015 "sono scaduti i termini di affitto", è vero, quelli stabiliti dalla concessione data nel 2003, con contratto 6+6, alla società Perugia Franco srl, da loro rilevata. Oggi scaduti i tempi per la riconsegna già da 4 anni (ma le titolari hanno comunque pagato l'affitto), per qualunque cessione serve un bando pubblico. Che però il Campidoglio non ha mai fatto partire. 

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