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Venerdì, 19 Aprile 2024
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L'agonia di Tiziana: sei ore, dalla gioia del parto alla drammatica morte

Alle 9.45 le prime complicazioni, poi l'asportazione dell'utero e le condizioni che peggiorano. Alle 13.00 la richiesta di un posto in rianimazione. Alle 15.45 al San Camillo viene constatato il decesso

Dalla gioia del parto, alla drammatica morte. Erano le 7 di mercoledì mattina quando Tiziana Tumminaro è entrata in sala operatoria per il suo terzo parto cesareo. La sua agonia inizia quasi tre ore dopo, alle 9.45 quando improvvise complicazioni mettono in allarme l'equipe medica.

Tiziana Tumminaro fa appena in tempo a sentir piangere uno dei due gemelli. Poi si addormenta. Nel frattempo partorisce il suo quarto figlio. Gli altri due, oltre al primo gemello, di 9 e 2 anni, a giorni avrebbero dovuto ricevere la comunione l'uno e il battesimo l'altro.

Viste le complicazioni, l'equipe medica decide di asportare l'utero, ma la situazione non migliora. Sono le 13.00 quando dalla Clinica Villa Pia arriva la richiesta al 118 di un posto in rianimazione. L'ambulanza parte verso il San Camillo alle 13.55.

Qui arriva in condizioni disperate. Nell'ospedale di Monteverde le tentano tutte: trasfusioni per un totale di quattro litri di sangue, l'ingresso in sala operatoria, i tentativi di rianimarla. Sono le 15.30 quando l'anestesista del San Camillo constata il decesso. Sei ore d'agonia che ora finiscono sotto la lente d'ingrandimento della magistratura. Il marito della donna ha infatti denunciato tutto ai carabinieri.

Villa Pia, in una nota a firma di Maurizio Cattel ha dichiarato che  “è da escludersi alcuna responsabilità in capo alla struttura sanitaria da me diretta e dal personale medico e paramedico dipendente della struttura stessa. Nella mattinata del 7 aprile 2010 -si legge nella nota- é stato effettuato, da un equipe chirurgica che usufruisce della nostra struttura, un intervento chirurgico in sala operatoria per taglio cesareo su una paziente che ha presentato subito delle gravi complicanze imprevedibili. Nonostante siano state messe in atto tutte le procedure e gli accorgimenti del caso, e visto l'impossibilità di rintracciare un posto in rianimazione tramite il Centro di Coordinamento del 118, la paziente è stata trasferita al Dea di riferimento accompagnata dal nostro Anestesista Rianimatore. In tale situazione -aggiunge la direzione sanitaria della clinica- deve escludersi alcuna responsabilità in capo alla struttura sanitaria da me diretta e dal personale medico e paramedico dipendente della struttura stessa. Attualmente tutti gli atti sono al vaglio dell'autorità giudiziaria a cui ci rimettiamo per un sereno giudizio".

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