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Legambiente: allarmante inquinamento falde a Malagrotta

I risultati del monitoraggio svolto da Arpalazio: peggiora la contaminazione delle acque sotterranee livelli di ferro, manganese, nichel fuorilegge mettere subito in sicurezza la mega discarica

Si torna a parlare di Malagrotta, stavolta, con preoccupazione per la condizione della acque sotterranee alla discarica e, a dare l'allarme è Legambiente: “È allarmante il quadro che emerge dalla relazione di Arpa Lazio con i risultati del monitoraggio delle acque sotterranee della discarica di Malagrotta svolto nel periodo febbraio-maggio 2010: i nuovi campionamenti, infatti, evidenziano un peggioramento del già preoccupante stato di contaminazione del sito, sia per quel che riguarda i composti inorganici che per alcuni composti organici -afferma Lorenzo Parlati, presidente di Legambiente Lazio, commentando i dati pubblicati nella cronaca di Roma del Corriere della Sera online-. Siamo in piena emergenza inquinamento, va verificato se sia compatibile continuare a gettare rifiuti in quell'area e vanno attuate immediatamente le necessarie misure di messa in sicurezza che la stessa Arpa sollecita, per interrompere subito la diffusione della contaminazione delle falde idriche e procedere alla bonifica per disinnescare quella che viene descritta come una bomba ambientale alle porte di Roma”.

I risultati dei livelli di contaminazione delle acque sotterranee rilevati in 22 dei 39 piezometri installati sia all'interno che al di fuori del bacino di drenaggio sono inquietanti. Spiccano, in particolare, gli “sforamenti” dei valori-limite previsti dalla legge per: ferro (con un record di 15.290 microgrammi/litro e altri quattro valori risultati sopra i 10.000 contro un limite di 200), manganese (con valori sino a 4.650 microgrammi/litro contro i 50 consentiti) e nichel (fino a 820 microgrammi/litro contro il limite di 20).
Forte anche la presenza di arsenico e benzene: in alcuni prelievi l'arsenico ha fatto registrare valori quasi 200 volte superiori al limite (2.050 microgrammi/litro contro i 10 consentiti) e il benzene un picco di 12 volte superiore al valore di legge che è fissato a 1 microgrammo/litro.

Arpa Lazio segnala anche che “nella maggior parte dei piezometri” è stato rilevata la presenza anche della sostanza N-butylbenzensolfonamide, non inserita nella tabella dei composti da tenere sotto controllo ma che risulta comunque tossica.

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